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I Nostri Cuori Perduti di Celeste Ng



In uscita l'11 ottobre, I nostri cuori perduti di Celeste Ng è un libro che parla di perdita, speranza e resilienza.


La storia segue le vicende di un ragazzo mezzo asiatico di 12 anni Noah, chiamato 'Bird', la cui madre è una famosa poetessa che, a causa dell'uso di una sua poesia da parte di un moto reazionario, è ricercata dal governo come figura sovversiva nei confronti della politica regolamentata dal PACT, una legge che esclude le minoranze etniche asiatiche.

Siamo in un'America distopica, che ha fatto passare al potere una politica totalitaria fondata sui principi nazionalistici americani, che comprendono la buona condotta, il patriottismo, la propaganda e la censura. Questa, in particolare, riguarda la cultura asiatica e tutto ciò che la rappresenta: libri, folklore, credenze e usanze.

Chiunque sia asiatico o abbia anche solo origini asiatiche viene guardato con sospetto dalle forze dell'ordine, vengono tenuti sotto stretta sorveglianza e, se mostrano indisciplina o comportamenti sospetti, vengono allontanati dalle proprie famiglie e dai propri cari senza sapere che fine fanno. Ovviamente c'è un perchè a queste misure di sicurezza nei confronti di questo popolo e man mano che la storia va avanti si spiegano pezzi mancanti che inizialmente fanno restare un po' destabilizzati, almeno per me è stato così.


In una situazione del genere, essere mezzo asiatico crea non pochi problemi a Bird e a suo padre, che tenta di fare del suo meglio per non attirare l'attenzione su suo figlio e farselo portare via dalle forze dell'ordine.

La situazione è drammatica, ma la pesantezza della storia viene smorzata da uno stile narrativo molto particolare, quello del racconto. Tutto si svolge dal punto di vista di Bird e della madre verso la fine del libro, per darci spunto di riflessione e pezzi di puzzle che vanno a incastrarsi perfettamente alla trama. C'è una mancanza di dialoghi voluta dall'autrice, scelta molto coraggiosa ma efficace.

Io non sono amante di questa narrazione e la mia lettura non è stata sempre scorrevole. E' un libro che tratta temi complessi, molto attuali: l'allontanamento e lo smistamento dei bambini in case diverse dalla propria è un problema molto sentito in America, soprattutto per la comunità messicana. Interessante la nota dell'autrice a fine libro, in cui spiega dove ha preso spunto per la creazione della storia. E' chiaro fin dall'inizio che Celeste ha preso spunto da fatti realmente accaduti e questo mi ha ricordato Il Racconto dell'Ancella. Naturalmente è un romanzo che si fa denuncia sociale e alcune scene spaccano letteralmente il cuore a metà.


“Once upon a time, there was a boy. Once upon a time there was a mother. Once upon a time, there was a boy, and his mother loved him very much.”


Non lo consiglierei a cuor leggero, anche perchè non tutti abbiamo la stessa sensibilità o lo stesso vissuto e c'è chi può sentirsi urtato da temi simili o per nulla toccato.

Una cosa è certa, Celeste Ng è una brava scrittrice, che ha saputo gestire una trama complessa attraverso lo sguardo di un ragazzo che è alla ricerca della madre. Bellissima la storia di quest'ultima, che donna coraggiosa.

Il finale l'ho trovato giusto, anche se rimane aperto. Ci fa sperare nel meglio ed è ciò che serve a questa storia, la speranza.



In conclusione, l'ho trovato un libro valido, un distopico con una buona idea di base e che sa emozionare grazie a una scrittura incisiva che, anche se non ho totalmente apprezzato, ha saputo dare il giusto peso al contenuto.


Ringrazio Mondadori per la copia omaggio in anteprima e le mie fantastiche compagne di Review Party, sono contenta di aver letto questo volume assieme a voi!!


Alla prossima recensione,


Pepe <3













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